Dopo il post relativo agli SPAN di memoria, tenterò di fare un ulteriore passo di avvicinamento “verso l’utente” scrivendo di PERCEZIONE (visiva) e ATTENZIONE.
Questo post vuole essere solo una piccola traccia da cui partire e non vuole assolutamente sostituirsi alla ampia letteratura esistente in materia.
Per approfondimenti fare affidamento a fonti e documenti ufficiali.
I nostri utenti percepiscono ciò che scriviamo?
Noi pensiamo e speriamo di sì, altrimenti avremmo scritto in modo differente …
Allora perché gli utenti commettono errori ? E’ davvero tutta colpa loro?
(Ricordo ancora una volta anche noi siamo utenti … di altri che hanno scritto per noi).
L’argomento è sconfinato e non ho l’ambizione di risolverlo con poche righe, purtroppo non ho verità assolute o ricette segrete ma solamente alcune considerazioni da condividere.
Alla base di “questi” errori potrebbero esserci problemi dovuti a:
- · fraintendimenti (non è chiaro ciò che è scritto o l’utente non lo comprende)
- · disattenzione (ricerca dell’informazione mentre si fa altro o in ambiente non adatto)
- · interferenze (l’informazione desiderata non emerge)
- · incapacità di mantenere le informazioni in memoria (non si ricordano bene le istruzioni e si procede per tentativi)
- · errori di applicazione (si capisce cosa fare ma non si possiede la manualità per farlo … e si sbaglia)
- · scarsa disponibilità di tempo (le istruzioni non vengono lette e si procede a caso)
Come favorire il recupero delle informazioni desiderate e consentire agli utenti di PERCEPIRE il messaggio corretto?
Sicuramente la nostra esperienza e tutte le strategie/tecniche che utilizziamo oggi sono validissime, ma ulteriori miglioramenti potrebbero essere ottenuti tramite:
- · concetti concreti e NON astratti
- · creazione di immagini mentali attraverso parole ad alto valore di immagine
- · schemi simili ripetuti
· utilizzo di indizi pittorici, es:
- chiaroscuro
- prospettiva
- figura/sfondo
· l’applicazione di alcuni PRINCIPI della PERCEZIONE:
- della vicinanza
- della somiglianza
- della continuità
- della semplificazione
- della buona direzione/forma
- della chiusura
Inoltre teniamo conto che l’essere umano:
- · non è irrazionale ma ha razionalità limitata (nessuna libera scelta o dubbio, indichiamo in modo chiaro cosa fare)
- · fatica a ragionare in modo negativo (quindi usiamo forme positive)
- · ragiona per euristiche, ovvero scorciatoie (quindi evitiamo muri grigi di testo)
Come detto in precedenza, spesso le informazioni non vengono percepite a causa di disattenzione.
Come catturare l’ATTENZIONE dell’utente?
Bella domanda, ancora una volta tante ipotesi possibili e poche certezze, è un po’ come catturare un’anguilla con le mani …
Quando l’utente ricerca una informazione, orienta in MODO VOLONTARIO la sua ATTENZIONE:
- · spaziale = le informazioni vengono selezionate in base alla loro posizione
- · selettiva = le informazioni vengono filtrate in rilevanti / irrilevanti e selezionate
- · risorse attentive = limiti di elaborazione
Durante la ricerca/selezione delle informazioni (pop-out) possiamo avere:
- · processamento pre-attentivo = l’informazione ricercata emerge
- · processamento attentivo = l’informazione ricercata NON emerge
L’ATTENZIONE degli utenti deve essere quindi stimolata a livello visivo.
Questo non significa riempire le nostre pagine con tanti/e particolari o informazioni, significa FARE EMERGERE QUELLO CHE SERVE.
Evitiamo che altre informazioni (irrilevanti) attirino in modo involontario l’attenzione dell’utente.
L’essere umano è una macchina complessa, con pregi e qualità ma anche limiti: purtroppo non riusciamo a fare più di una cosa alla volta (si parla di attenzione).
Non siete convinti?
Provate a fare queste tre cose contemporaneamente:
- · leggere un interessante articolo (possibilmente istruzioni o ricette di qualcosa che non conosciamo)
- · ascoltate una altrettanto interessante conversazione alla tv o alla radio di una news
- · battere ritmicamente il dito indice (tre battiti – pausa di 2 secondi – tre battiti …)
Com’è andata?
Siete riusciti a dedicare la stessa attenzione all’articolo e alla conversazione?
Avete compreso nel dettaglio entrambi?
E il dito? Avete interrotto il ritmo?
Beh, se avete letto e compreso, ascoltato e compreso e tenuto il ritmo con il dito … complimenti.
AUTOMATIZZARE
Quando un attività viene automatizzata, posso liberare attività cognitive da utilizzare per fare altro, esempio di attività automatizzate che svolgo in contemporanea:
- · guido l’automobile
- · cambio marcia (agli inizi ci si deve concentrare per cambiare marcia)
- · ascolto la radio (in alcuni casi si spegne per parcheggiare o cercare una via)
- · osservo la strada
- · canto, ecc,
oppure
- · preparo la “solita” cena ascoltando la radio (e magari canto pure)
Ma … se devo seguire una nuova ricetta, molto probabilmente:
- · la musica diventerà un lontano sottofondo e,
- · non canterò, ma
- · leggerò la ricetta a bassa voce (più volte).
Un documento “automatizzato” , dove le informazioni sono organizzate sempre allo stesso modo nelle varie pagine, potrebbe:
- · liberare attività cognitive
- · facilitare il recupero delle informazioni
- · ridurre le interferenze
- · aumentare l’attenzione
- · ridurre gli errori degli utenti e relativi rischi
Chiudo con una citazione:
“Non riesco a smettere di baloccarmi con le nostre incrollabili certezze”. (M. Escher)
Tratto dalla mostra “l’enigma Escher” visitata nei giorni scorsi, mostra che definisco pazzesca e parla di PERCEZIONE.
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